Léon Gambetta
Léon Gambetta,
chi era costui
In questa rubrica vorrei riuscire a condividere con voi piccole curiosità francesi. Anche cose di poca importanza che però, per qualche motivo, hanno colpito la mia attenzione durante i viaggi o nelle quali mi sono imbattuto leggendo un libro, vedendo un film o visitando una mostra.
Una piccola curiosità che risale proprio al mio viaggio dello scorso anno riguarda Monsieur Gambetta.
Andando a zonzo per diverse città francesi mi sono imbattuto più di una volta in una rue, una place, un cours o in qualcos’altro dedicato a Gambetta. A Nancy non solo è una via centralissima (quella che dall’albergo mi portava in un attimo alla splendida piazza Stanislas), ma dà anche il nome ad un ristorante spettacolare dove si mangia davvero bene “Le 27 Gambetta” (www.le27gambetta.fr). Ma anche nella piccola Epernay, patria delle cave di champagne, abbiamo lasciato la macchina in Rue Gambetta. Poi a Bordeaux e a Parigi troviamo delle Place Gambetta (a Parigi è anche una fermata del metro). A Lione Gambetta diventa un Cours, mentre a Metz ritorna Rue ed è vicino alla stazione.
Insomma, potrei andare avanti con l’elenco, ma chi è questo Léon Gambetta, di cui non conoscevo l’esistenza, ma che ha un cognome buffo e una toponomastica degna di Garibaldi?
– Léon Gambetta ritratto da Léon Bonnat
Léon Gambetta
È stato un importante uomo politico francese (Cahors 1838 – Ville d’Avray 1882). La mamma era francese, Marie-Magdelaine Massabie, mentre il babbo era italiano, per la precisione un droghiere genovese, dal quale ereditò le doti oratorie. Nel 1857 andò a studiare Giurisprudenza a Parigi: proprio per la sua parlantina e la sua vivacità divenne molto popolare tra gli studenti parigini e, da subito, risultò evidente la sua opposizione a Napoleone terzo.
Contrario alla guerra franco-prussiana, non si tirò comunque indietro nell’aiutare la sua Francia durante il conflitto. La battaglia di Sedan (31 agosto-2 settembre 1870) fu clamorosamente vinta dai Prussiani. Nei giorni che seguirono la sconfitta e la fine politica di Napoleone terzo (“Napoléon III, cédant Sedan, céda ses dents”, dice una filastrocca che i bambini francesi imparano a scuola e che piace tanto a mio padre) Gambetta giocò un ruolo fondamentale nella proclamazione della Terza Repubblica. In quei giorni concitati i deputati formarono un Governo provvisorio e a Gambetta fu conferito l’incarico di Ministro degli Interni. Ma 19 settembre 1870 i prussiani iniziarono a stringere d’assedio Parigi e i ministri residenti nella capitale erano impossibilitati ad agire. Così Gambetta – in quanto esponente più autorevole della leadership francese del tempo – raggiunse a bordo di una mongolfiera Tours, dove erano già presenti altri membri del Governo legittimo, e iniziò a riorganizzare l’amministrazione. La partenza da Parigi con il pallone aerostatico è immortalata in un famoso dipinto di Jules Didier e Jacques Guiaud, che si trova al Museo Carnavalet dedicato alla storia di Parigi nel terzo arrondissement, in pieno Marais.
– Partenza di Léon Gambetta per Tours in mongolfiera, quadro di Jules Didier e Jacques Guiaud
Arrivato a Tours, a Gambetta venne affidato anche il ministero della Guerra. A inizio 1871 i francesi firmarono un armistizio con i prussiani (cedendo loro Alsazia e Lorena) e, in rapida successione, proclamarono la fine del Secondo Impero e la nascita della Terza Repubblica. Gambetta ne fu Primo ministro e ministro degli Esteri dal novembre 1881 al gennaio 1882. Nei mesi successivi i suoi amici stavano preparando il terreno per un suo ritorno al governo e addirittura per una possibile elezione a presidente della Repubblica. Ma il 27 novembre 1882, mentre era nella sua casa di Ville-d’Avray in compagnia dell’amica Léonie Léon, che avrebbe dovuto sposare poco dopo, si ferì alla mano con un colpo accidentale di pistola. La presenza di Lèonie fece nascere una serie di sospetti, ma poi fu confermata l’ipotesi dell’incidente in seguito al quale Gambetta subì un paio d’operazioni che però – per una serie di complicazioni inaspettate – lo portarono alla morte il successivo 31 dicembre.
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