Bordeaux una città magica
Bordeaux una città magica tra edifici eleganti, giochi d’acqua, fiumi di vino e canelés
Non sapevo molto di Bordeaux prima di arrivarci, nell’estate dello scorso anno.
Sapevo che era una città famosa per il vino rosso, mio padre si era segnato delle caves da andare a visitare, per dei piccoli dolcetti che mia madre adora, i canelés (che io trovo troppo dolci), e per il Miroir d’eau, uno specchio d’acqua davanti a Piazza della Borsa che è diventato il luogo più instagrammato della città. Non avevo grandi aspettative e quando non ne hai, ma ti trovi in una città così bella, le sorprese sono davvero tante.
Nessuno di noi l’aveva mai visitata, per cui la cosa migliore era partire dal “pullman rosso”. Quando non conosco una città, iniziare con un giro a bordo di una linea “Hop on Hop off” è sempre la scelta migliore. Da un lato mi permette di farmi una panoramica e dall’altro selezionare i luoghi che più mi colpiscono per tornarci poi con calma. Inoltre, se c’è la possibilità di fare un biglietto che dura 48 ore, si può anche utilizzare il bus come taxi e usarlo per farsi accompagnare in qualche luogo.
La prima cosa che mi ha affascinato di questa città è la sua architettura. Con il naso all’insù sono rimasto colpito dall’eleganza dei suoi edifici. Nel centro storico, che tra l’altro è Patrimonio dell’Umanità Unesco (per 1.810 ettari, quasi la metà della superficie mondiale della città), tutti gli edifici sono legati dallo stesso stile e ogni facciata sembra seguire l’altra senza distaccarsene, regalando un colpo d’occhio di grande armonia.
L’architetto Georges–Eugene Haussmann, famoso per aver disegnato i grandi boulevard parigini, nell’800 dettò un codice estetico ben definito per gli edifici di Bordeaux: non più di sei piani, con una altezza fra i 12 e i 20 metri (a seconda della larghezza della strada) e costruiti con pietre rettangolari tagliate in modo omogeneo. Il piano strada era riservato ai negozi, il primo piano ai magazzini e alle abitazioni dei commercianti, il secondo piano alle persone ricche (che così non dovevano fare troppe scale, ma erano comunque in una posizione che permetteva di aprire le finestre e di avere balconi sulla città), dal terzo in su agli abitanti di più modeste condizioni sociali.
La città per la sua eleganza viene definita “La bella addormentata” ma, passeggiando per le sue strade sia di giorno che di sera, sembra invece molto sveglia, allegra e piena di vita.
Sicuramente il Miroir d’eau è la prima cosa che ti attrae. È il posto più fotografato di Bordeaux e i suoi giochi d’acqua ti catturano. L’ho visitato in diverse ore della giornata ed è sempre molto bello. Ma la sera – con il buio e le luci della città – ti ipnotizza e non vorresti mai andartene, anche perché la magia sta nel vedere gli edifici della splendida Piazza della Borsa riflessi nell’acqua.
Pensavo ci fosse chissà da quanto e invece ho scoperto che il Miroir ha solo vent’anni. Lo ha ideato l’architetto paesaggista Michel Corajoud e altro non è che una lastra di granito con due centimetri d’acqua, dove si creano straordinari effetti a specchio. I bambini ci giocano, ci si passeggia a piedi nudi e anche i cani ne sono molto attratti.
E se il Miroir ha solo vent’anni, molti di più ne ha la splendida Piazza della Borsa che lo circonda. Uno dei luoghi più belli di Bordeaux. Ideata dall’urbanista francese Claude Boucher, ha permesso di dare a Bordeaux un’apertura sulla Garonna. È un esempio bellissimo di arte neoclassica francese del XVIII secolo. Questa piazza ha avuto diversi nomi, a seconda del periodo storico. Nel 1749, quando venne inaugurata, si chiamava Place Royale, per poi diventare Place de la Liberté con la Rivoluzione Francese, Place Impériale sotto l’impero di Napoleone per poi tornare a essere Place Royale durante la Restaurazione. Nel 1848 la piazza venne chiamata Place de la Bourse e da allora conserva questo nome.
Visitatela di giorno o di notte la mattina al presto o al tramonto, ma se volete ammirarla comodamente seduti, vi consiglio di accomodarvi a un tavolo esterno del ristorante Le 1544 Bistrot du Gabriel
i tavolini sulla piazza vi regaleranno una visuale incantevole, ottimo cibo con una cucina regionale, davvero golosa a un prezzo accessibile. Buonissimo l’Oeuf parfait, parfait vraiment. Sempre al pianterreno trovate un bar, dove potete mangiare qualcosa di veloce, mentre al secondo piano potete regalarvi un’esperienza gastronomica importante all’Observatoire du Gabrielle che ha una splendida terrazza sulla Piazza, ma i costi sono decisamente più importanti. Il Bistrot per le nostre finanze risultava la scelta migliore.
Passeggiando per Bordeaux senza meta, con il solo fine di goderci la città, ci siamo imbattuti nel Museo delle Belle Arti
e, incuriositi da una mostra antologica di Rosa Bonheur dedicata ai suoi ritratti di animali, abbiamo deciso di visitare anche il Museo che al suo interno ha collezioni e opere davvero incredibili. Secondo solo al Louvre di Parigi, ha una selezione di opere che vanno dal 1400 al 1900.
L’idea che “visto che siamo qui, diamo un occhio anche al Museo” si è trasformata in un pomeriggio tra le sale ad ammirare capolavori da Rubens a Dellacroix, da Van Dyck (splendida la collezione di opere olandesi) a Picasso, passando da Paolo Veronese a Tiziano e al Perugino…
Nell’ultima sala poi troverete un quadro che mi ha molto incuriosito, più che per l’arte in sé, per la vicenda che lo ispira. Il dipinto è “Rolla” di Henri Gervex, che lo fece nel 1878.
L’opera rappresenta la vicenda del giovane Jacques Rolla, un dissoluto borghese (il ragazzo appoggiato alla finestra) che incontra la giovane prostituta Marie (la ragazza addormentata sul letto). Pochi giorni dopo Rolla si toglierà la vita con il veleno, oramai spiantato e disperato. Il quadro fu escluso dall’esposizione al Salon de Parigi del 1878 non tanto per la nudità della ragazza, quanto per i vestiti di lui e di lei gettati disordinatamente in giro per la camera, che facevano intuire facilmente il fatto che lei fosse una prostituta. Questo era lo scandalo. L’opera ebbe comunque un enorme successo, perché esposta nella bottega del pittore fu visitata da fiumi di parigini incuriositi dalle cronache dei giornali.
La Cattedrale di Saint-Andrè (www.cathedrale-bordeaux.fr) va vista, se non altro per la sua imponenza. Ma avendo la Francia delle cattedrali talmente belle da togliere il fiato, non mi perderei in particolari descrizioni. Anche perché non mi ha catturato più di tanto. Più affascinante invece il suo campanile, la Torre Pey-Berland (https://www.pey-berland.fr/), costruita nel 1440 e separata dal corpo principale della Chiesa per motivi di stabilità dell’edifico. Dal 1853 la torre regge una campana da 11 tonnellate, la quarta più grande di Francia.
Una visita che non dovete assolutamente perdere, se avete la fortuna di trascorrere qualche giorno a Bordeaux, è quella al Grand Théâtre (https://www.opera-bordeaux.com/). Nel 1755, dopo la distruzione della vecchia sala da spettacolo situata nelle dépendances del vecchio municipio, divenne necessario costruire un nuovo teatro. I lavori durarono più di cinque anni e dopo alcune vicissitudini fu inaugurato nel 1780.
Secondo me il teatro è bellissimo, la sala da spettacolo è maestosa con una cupola circolare dal soffitto interamente affrescato. L’acustica si dice sia perfetta, anche grazie al grande utilizzo del legno. I colori usati sono il bianco, il blu e l’oro che, oltre a essere i colori della monarchia, ricordano i colori di Versailles costruita qualche anno prima. Nei momenti più tragici della storia di Francia, la sala da spettacolo accolse l’Assemblea Nazionale, in particolare nel 1871 quando, dopo la sconfitta nella guerra franco-prussiana e l’assedio di Parigi, l’Assemblea si convocò a Bordeaux.
L’Opéra National di Bordeaux organizza visite guidate mercoledì e sabato alle ore 14.30, 16.00, 17.30 e propone una stagione estiva fra giugno, luglio e settembre. Se avete la fortuna di riuscire a vedere una rappresentazione, non è male cenare al Comptoir de l’Opéra, un delizioso bistrot all’interno del teatro che apre 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo e durante gli intervalli e, fra l’altro, serve anche prodotti bio di produzione locale.
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