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Paul: una certezza.

La ristorazione francese veloce a prezzi ragionevoli.

Come ho avuto modo di raccontare nella mia breve presentazione all’interno del blog ho una grande passione per la gastronomia francese. Mi piace davvero la cucina d’Oltralpe. La mia passione è la panna, un magico ingrediente che fa risultare tutto buono e che in Francia – insieme al burro – viene usata con grande generosità e maestria. So che i puristi della cucina italiana non la pensano come me, ma forse non si sono mai trovati con un pacco di maccheroni nella dispensa, una confezione di panna fresca in frigo (la panna fresca nel nostro frigo è sempre presente) e un po’ di parmigiano e, in men che non si dica, lo hanno trasformato in un piatto più che desiderabile, i “Macaroni à la crème avec Parmigiano Reggiano”, come succede a me quando sono a casa da solo.

Tornando alla cucina francese, come spesso accade anche in Italia, soprattutto nelle grandi città, se vuoi mangiare bene i costi sono davvero salati. Anche se in Francia i ristoranti più importanti sono sempre un po’ meno cari che in Italia, perché spesso sono disponibili formule menù che prevedono o tre o due portate della carta a un prezzo fisso più conveniente. Comunque sempre importante.

paul ristorante

Però se vi trovate in Francia, avete pochi soldi e non volete mangiare una “ciofeca” in un baretto o in ristorantino frega turisti, ma qualcosa di buono, universalmente condivisibile a prezzi abbordabili la soluzione esiste e si chiama Paul, la catena bakery di qualità più famosa di Francia.

Paul è una garanzia! A Parigi ve ne sono tantissime, ma non vi è stata città delle Francia in cui io sia andato dove non ne abbia trovato almeno una. Quindi il primo consiglio che mi sento di darvi è che se nella tariffa dell’albergo la colazione non è compresa, non pagatela extra. Accertatevi che vi sia un Paul nelle vicinanze e avrete un buon petit déjuner, molto probabilmente ad un prezzo inferiore. Paul è una esperienza che merita di essere fatta. Possibilmente in tutte le sue articolazioni (panetteria, pasticceria, caffetteria e, in alcuni punti, anche ristorante), perché la qualità è garantita.

La sua lunga storia inizia nel 1889 a Croix, un piccolo centro vicino alla bellissima Lille, dove Charlemagne Mayot (il nome già prometteva bene) aprì la sua prima panetteria. Era un ragazzo giovane e talentuoso, che si dedicò alla produzione di pane di ottima qualità secondo quelle che erano le tradizioni artigianali francesi. Nel tempo la panetteria acquistò notorietà e clienti affezionati e nel 1953 la nipote Suzanne, insieme al marito Julien Holder e a loro figlio, si trasferirono a Lille dove acquistarono una bella pasticceria appartenente alla famiglia Paul e, mantenendo il nome, iniziarono l’espansione, tanto da farla diventare una catena che ha superato i confini della Francia fino da avere punti vendita in tante città del mondo. La prima città fuori dalla Francia conquistata fu Barcellona nel 1968. Oggi il marchio Paul si trova anche in Nord America, Medio Oriente e Asia (il primo store in Giappone è stato aperto nel 1989): al momento l’azienda è presente in più di 50 Paesi con 780 punti vendita.

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Negli anni la catena si è aperta anche a proposte e mercati a differenti e così da boulangerie è diventata anche caffè e pasticceria, ma vi si mangiano anche buonissimi tramezzini, quiche, torte sia dolci che salate, baguette, panini, tartine e magnifiche insalatone.

Tutti le bakery Paul sono uguali e differenti allo tesso tempo. L’insegna è inconfondibile, così come le mattonelle bianche e nere delle pareti e le iconiche immagini storiche dei primi negozi. Alcuni sono grandi e conservano anche la panetteria, mentre altri sono davvero piccolini, tanto da sembrare più dei corner. Spesso ne troverete in centro città, ma state pur certi che li troverete anche nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, negli autogrill, all’interno di centri commerciali come ad esempio le Polygone di Montpellier (che ospita un vero e proprio ristorante dove ho trovato conforto dopo una lunga sessione di saldi dei miei).

 

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Io sto bene in tutti, grandi e piccoli, perché il brand è una garanzia. Essendo un abitudinario la mia colazione è sempre uguale: caffè, wrap saumon (o se non c’è un più semplicemente un panino al salmone) e un pain au chocolat. Anche mio padre preferisce la colazione salata: per lui la Quiche lorraine classica è un obbligo così come, quando la trova, la Fougasse aux olives. Mamma invece vive la colazione salata come una penitenza per cui lei, oltre al caffè, non si fa mancare l’Anglaise aux abricots – una sfoglia leggera con sopra crema pasticcera alla vaniglia cotta al forno con le albicocche, che giudica magnifica perché unisce la dolcezza della sfoglia e della crema con l’acidulo delle albicocche cotte (diciamo non proprio il mio genere) – per concludere la colazione con un macaron framboise che dice “necessario per mettere colore alla giornata”.

Il pranzo può essere veloce, ma assolutamente soddisfacente. Le insalatone sono molto buone. La Paul è la mia preferita: oltre ad un mix di insalata e carote contiene filetti di pollo arrosto, crostini di pane e tocchetti di parmigiano. Ma è ottima anche la Salad gourmet, più impegnativa perché al mix di insalate aggiunge roast beef con toast e mousse de foie gras. Poi ci sono sempre le quiches o i tramezzini. A volte anche piatti cucinati caldi.

Se è vero che le tipologie e le dimensioni dei locali sono molto differenti, in Francia ho però trovato anche veri e propri ristoranti, per lo più collocati all’interno di centri commerciali.

l miei Restaurant Paul preferiti sono in assoluto a Parigi, in Rue de Buci, ma anche a Metz, al 219 di Avenue de Strasbourg, e a Lille, in Place du Général de Gaulle, dove la colazione la mattina è bellissima.

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 Paul l’anno scorso è sbarcato anche in Italia alle Stazioni di Roma Termini e Milano Centrale (Piazza Duca d’Aosta). Una bella iniziativa, che offre a chi parte o arriva nelle nostre principali stazioni ferroviarie la possibilità di assaggiare i grandi classici della pasticceria e della ristorazione veloce francese. Ma, credetemi, in Francia è decisamente un’altra cosa.

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