Nancy, Capitale dell’Art Nouveau – Parte 1
Quando ho deciso di fare questo blog il mio intento era condividere con voi le mie esperienze di viaggio, le mie curiosità, i miei incontri. Un modo di parlarvi di me senza però parlarvi di me, ma della Francia.
Questa volta però mi permetto di fare un’eccezione. Ho deciso di raccontarvi una città che, quando l’ho visitata, mi è piaciuta particolarmente: Nancy.
Ne avevo già accennato nel mio pezzo dedicato al Gran Est francese, ma da qualche giorno mi è particolarmente cara. Qualche settimana fa infatti ho ricevuto la bellissima notizia di avere superato le selezioni per l’ammissione a Sciences Po, l’università francese a cui tanto aspiravo. E sono felice di essere riuscito ad essere ammesso proprio al Campus di Nancy, che avevo scelto perché centrato sul partenariato franco tedesco. Per cui, terminato questo momento stile “Caro Diario”, torno a raccontarvi quella che dal prossimo anno sarà la città in cui andrò a vivere.
La periferia di Nancy non è un granché. Un po’ fatiscente e un po’ trasandata, come tante altre banlieu di città francesi. Quando arrivi in macchina, come abbiamo fatto noi, non ti aspetti di trovare la città che poi incontrerai. Non conoscendola, per me è stata una vera sorpresa. Ed è stato amore a prima vista.
Nancy, che si trova nel nord est della Francia ed è la capitale della Meurthe-et-Moselle, dista da Parigi circa 300 chilometri. Dall’Italia si raggiunge in sei ore abbondanti d’auto, passando però dalla Svizzera. Ha una storia importante che affonda le sue radici addirittura nel Medioevo. Era un piccolo villaggio che acquistò importanza nel 1048, quando il vescovo di Toul decise di costruire un’importante fortezza dando così il via alla crescita della città che in poco tempo divenne strategicamente importante. Nel 14° secolo diventò capitale del Ducato di Lorena giocando un ruolo determinante nei vari conflitti in cui il Ducato si trovò coinvolto nei secoli successivi, come la Guerra dei Trent’anni e la Guerra dei Cento Anni.
Il Rinascimento è stato un periodo di grande splendore e proprio a quel periodo risale la costruzione dei palazzi che circondano quella che per me è la piazza più bella che abbia mai visto:
Piazza Stanislas
Fu costruita, come la vediamo oggi, proprio nel 18° secolo da Stanislao Leszczynski che regnava in quegli anni e che, oltre ad essere stato re di Polonia, era anche il suocero di Luigi XV di Francia. Una parentela importante, che gli fruttò il Granducato di Lorena e di Bar. Dopo la morte di Luigi XV i due ducati furono incorporati nel regno di Francia. In cambio il duca di Lorena, Francesco III Stefano, che poi divenne imperatore con il nome di Francesco I di Lorena, avrebbe ricevuto il Granducato di Toscana. Questa digressione sulla storia dei Lorena mi è cara perché, come ho avuto già modo di dire, i Granduchi di Lorena erano uno dei racconti con cui mi intratteneva mio nonno in quanto, fiorentino, appassionato alla storia di Firenze, ma soprattutto della Famiglia Medici. E i ricordi dei racconti di mio nonno rimangono una delle cose che mi sono più care.
Ma tornando alla piazza, lo stupore è grandissimo. Io ci sono arrivato da rue Gambetta, la via che dal mio albergo mi ha portato lì direttamente in pochi minuti. Finita la strada, mi sono trovato immerso nella Piazza e, una volta lì, non si può fare a meno di fare un giro su sé stessi a 360 gradi per vederla tutta.
Ha un’architettura neoclassica, che trasmette la sensazione di grande ordine e solennità. È circondata da edifici governativi e privati, come l’Hôtel de Ville (Municipio) e l’Hôtel de la Reine (Palazzo della Regina). All’estremità invece è delineata da due magnifici cancelli di ingresso (Porte Héré e Porte de la Craffe), che rendono la piazza ancora più preziosa. Quasi fosse una lussuosa proprietà privata non aperta a tutti, ma solo a chi può accedere dai quei cancelli dorati. La piazza è impreziosita da fontane e sculture e, al centro, si trova una statua equestre dedicata a Stanislas Leszczyński.
Fu progettata dall’architetto Emmanuel Héré de Corny che oltre a dedicarsi al rifacimento della piazza si occupò del riassetto urbanistico di tutta la città, ideando una sorta di centro direzionale che si componeva di altre tre piazze, che al tempo si chiamavano Place de la Carrière, Place Royale e Place Stanislas. Nel 2005 la piazza è stata oggetto di un importante lavoro di restauro.
Proprio perché simbolo di Nancy, Place Stanislas è anche luogo di aggregazione per abitanti e turisti e, durante tutto l’anno, è teatro di manifestazioni culturali, eventi e concerti. Ho avuto la grande fortuna, un paio di estati fa, di poter assistere allo spettacolo che ogni sera – da metà giugno ai primi di settembre – viene proiettato dopo il tramonto del sole sulle facciate dei palazzi che circondano la Piazza. Un meraviglioso spettacolo son et lumière. Ne ho visti altri molto belli, come quello proiettato sulla cattedrale di Rouen, ma sarà per la solennità della piazza, per la musica così calzante o per le immagini fortemente evocative che coinvolgenti come lo spettacolo di Nancy non ne avevo mai visti.
Se vi capita di passare da quelle parti, in estate, non perdetelo. Ogni anno è diverso, ma sempre ricco di suggestioni.
Lasciata la Piazza vi consiglio di addentrarvi in un parco bellissimo: il Parc de la Pépinière, dove il pomeriggio ho fatto delle lunghe passeggiate. Nonostante si trovi nel centro della città è davvero grande e copre un’area molto vasta, 23 ettari. Questo polmone verde, un ex vivaio reale che nel 1835 è diventato parco pubblico, in estate è frequentatissimo e ferve di attività. Ci sono bei sentieri per camminare o piste ciclabili, aree giochi per i bimbi e spazi dedicati ai picnic. Si incontrano persone che fanno jogging, altre sedute sulle panchine o ai piedi di un albero a leggere un libro e tanti cani che mettono sempre allegria. È possibile assistere a spettacoli all’aperto, rappresentazioni teatrali o concerti. Insomma qualsiasi sia la vostra età, il parco vi regalerà momenti piacevoli. E se vi viene fame potete mangiare qualcosa alla Brasserie de la Pépinière – spartana, ma immersa nel verde – o prendervi un gelato o una gaufres al chiosco “Gaufres et glaces lorraine”.
All’interno del Parco sono presenti anche diverse statue tra cui quella dedicata alla Marianne, simbolo della rivoluzione francese. Marianne rappresenta la Repubblica in Francia e incarna i valori di Libertè, Egalité, Fraternité. È un simbolo molto caro ai francesi, una giovane donna libera e dal cappello frigio che si trova anche nel logo della repubblica e in molti francobolli e monete. Una statua di Rodin che mi ha particolarmente colpito rappresenta invece Claude Gellée (noto come Claude le Lorrain), un pittore francese del 600 che ha operato soprattutto a Roma, dove oggi è sepolto nella Chiesa di San Luigi dei Francesi. La sua tomba reca un epitaffio un po’ megalomane, voluto espressamente da lui, che me lo ha reso subito simpatico e che recita “rappresentò in modo meraviglioso i raggi del sole all’alba e al tramonto sulla campagna”.
Al Pépinière vi è pure un piccolo zoo – ma davvero piccolino – con qualche animale. Io da bambino sono stato “cintura nera” di zoo, nel senso che costringevo i miei genitori a visite estenuanti in zoo dispersi per il pianeta, quindi questo Espace Animalier non mi ha certo impressionato.
Un’altra attrazione che impreziosisce Nancy è sicuramente la presenza di un bellissimo Giardino Botanico. Se fosse stato per me, che non sono particolarmente appassionato di piante e fiori, lo avrei anche saltato. Ma, non fosse altro che per ricambiare le varie gite negli zoo cui accennavo sopra, ho accompagnato mia madre nell’esplorazione.
Il Giardino Botanico Jean-Marie Pelt viene definito un vero e proprio museo vivente della botanica e si trova a Villers-lès-Nancy, a soli 10 minuti dal centro di Nancy. Fondato all’inizio del 19° secolo ospita 12.000 specie di piante, alcune rare, alcune in via di estinzione, alcune davvero particolari. Si possono anche visitare le esposizioni del giardino botanico e le serre tropicali. Se siete appassionati del genere vi consiglio una vista guidata in modo da potersi godere il più possibile tutte le particolarità e soprattutto gli esemplari più rari. L’accesso al parco botanico è gratuito mentre per l’accesso alle serre tropicali e alle mostre è necessario un biglietto.
Giardino Botanico
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